Campo Visivo
Il Campo Visivo si può definire come la porzione di spazio che un occhio immobile percepisce di fronte a sè.
Il C.V. normale si estende oltre i 90° temporalmente, 60° nasalmente e superiormente e circa 70° inferiormente, assumendo così una sorta di forma OVOIDALE.
Occhio Destro
Occhio Sinistro
Un difetto campimetrico è rappresentato da qualsiasi alterazione della forma normale del C.V.
Nel C.V. normale esistono inoltre alcuni punti caratteristici: uno di questi è la cosiddetta "Macchia Cieca" localizzabile intorno ai 10°- 20° temporali che individua il punto di origine del nervo ottico (papilla ottica) privo di fotorecettori per la presenza delle guaine mieliniche che ricoprono il nervo.
In alcune patologie la Macchia Cieca può risultare allargata rispetto alle sue normali dimensioni (glaucoma, neurite, papillite).
In genere nella vita normale non si percepisce questo piccolo punto di non visione grazie alla sovrapposizione binoculare dei due campi visivi dei due occhi.
Il C.V. è analizzabile attraverso dei Perimetri che possono essere Manuali o Computerizzati ma non ci dilungheremo nella spiegazione del funzionamento e delle differenze fra i due esami.
Di solito nella rappresentazione grafica del C.V., risultante soprattutto dall'esame al Perimetro Manuale, si individuano delle linee normalmente concentriche che uniscono i punti retinici aventi la stessa sensibilità luminosa (ISOPTERE).
Sappiamo infatti che la sensibilità visiva è massima al centro (fovea) e si riduce verso la periferia cosicchè per esaminare la parte periferica del C.V. è necessario usare stimoli luminosi più forti di quelli usati per la parte centrale (più sensibile).
L'analisi del C.V. oltre che in Oftalmologia per lo studio delle sofferenze retiniche causate da glaucoma, diabete, rotture retiniche ecc. è molto importante anche per il Neurologo in quanto gli permette di visualizzare i danni alle vie ottiche retro-bulbari, chiasmatiche, retrochiasmatiche fino alla corteccia visiva provocati da patologie ischemiche, tumorali, traumatiche e neurologiche di vario tipo.
Ecco quindi che l'esame del C.V. si inserisce nell'ambito di quella particolare materia chiamata NEURO OFTALMOLOGIA che in sintesi studia le connessioni e le influenze reciproche fra l'apparato visivo e le strutture nervose dello stesso.
Tornando all'ambito prettamente oftalmologico si può dire che l'esame del C.V. è l'esame fondamentale, insieme alla misurazione del tono oculare, da effettuare periodicamente (da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 1 anno) nello studio dell'andamento del glaucoma.
Sappiamo inoltre che le alterazioni del C.V. in questa patologia si evidenziano dopo anni dall'insorgenza del glaucoma cronico non curato ed è quindi importante intervenire prima che questi deficit si manifestino.